domenica 19 dicembre 2010

Un conto è Saviano, un conto è la NIE.

Oltre all’avere riportato il conflitto in primo piano, il 14 dicembre di Roma ha avuto un altro grande merito: rendere palese il posizionamento politico di Saviano. Certo, era già tutto chiaro da tempo; le cose che Saviano scrive nella sua “lettera agli studenti” sono infatti in linea con il discorso che fa da sempre sulla legalità; così come si accordano perfettamente con altre sue dichiarazioni, a partire da quelle che fece sugli scontri di piazza Navona sino ad arrivare a quelle (di gran lunga peggiori) su Israele. Però è indubbio che questa sua nuova “esternazione” abbia il pregio di fare chiarezza. Anche la crepa che si apre all’interno del fronte del consenso unanime che accompagna Saviano è da valutare positivamente. Mi sembra, in tal senso molto importante la posizione di Valerio Evangelisti e del gruppo di Carmilla, rivista che sta dando ampio spazio alle “smentite”. La “corazzata”, in un certo senso, sta vacillando. Vedremo come questa contraddizione troverà una sintesi.



Qui mi permetto un appunto. Forse è bene non confondere i diversi piani. Il New Italian Epic ha certamente contribuito a far diventare Saviano quello che oggi è; non credo però che sia sensato far diventare il gruppo dei Wu Ming (o gli altri che in questi anni hanno sostenuto l’autore di “Gomorra”) responsabili della “tuttologia” di Saviano. Il processo è stato più complesso e, per come ho seguito io la vicenda, le responsabilità del credito “al buio” dato a Saviano sono molteplici e ben oltre gli stessi WM. Insomma, un conto è prendere il libro “Gomorra” a riferimento di una certa idea di letteratura, un altro far discendere da questo le odiose parole che Saviano dedica agli studenti. Tra l’altro, in questi giorni diversi membri dello stesso gruppo dei WM hanno espresso perplessità sulle parole di Saviano: lo hanno fatto aprendo un dibattito (su Giap) dove emergono anche cose interessanti. La “corazzata”, forse, era più somigliante a una zattera che viaggiava di fianco a quella di Saviano (questa sì una “corazzata”), però seguendo una sua strada: a tratti convergente, però diversa.



Ripeto l’invito: teniamo separato il giudizio sul NIE da quello su Saviano “telepredicatore”. E cogliamo anche le differenze. In “Eroi di carta” (pag 91 e segg.) Dal Lago invividua nella categoria dell’UNANIMISMO la cifra degli interventi “politici” di Saviano … Ora, pur con tutte le critiche ch’io posso muovere ai Wu Ming, non posso non riconoscere che, almeno su un piano culturale generale, puntano programmaticamente alla “parzialità” e all’antagonismo … Si pongono, cioè, su un piano radicalmente diverso da quello di Saviano.



Nevio Gàmbula


Vedi anche:
Valerio Evangelisti

Daniele Sepe
99 posse